giovedì, Novembre 21, 2024

HTC Tattoo: Android si, ma mai più HTC

Giuseppe Guerrasio
Giuseppe Guerrasiohttp://www.thebrainmachine.org
Informatico da sempre, System Administrator per professione, SEO per hobby

Logo di AndroidAndroid, il sistema operativo per telefoni cellulari, tablet e dispositivi mobili sviluppato dall’Open Handset Alliance e fortemente sponsorizzato da Google, ha orma due anni di vita e riscuote sempre più consensi. Ormai maturo, stabile, diffuso e con un altissimo numero di applicazioni disponibili nell’Android Market, il sistema operativo trova spazio su periferiche di tutte le marche, da LG a Samsung, da Huawei a Toshiba, senza dimenticare HTC, produttore tra l’altro del famoso Google Nexus One.

Proprio HTC è una società dai due volti, ha spinto molto su Android presentando periferiche di fascia alta dalle caratteristiche innovativi e veramente utili e proponendo la particolare interfaccia HTC Sense, per molti la migliore personalizzazione che esista per il sistema. Però la stessa società ha anche trascurato diversi aspetti, in particolare i possessori di periferiche di fascia bassa si trovano dopo breve tempo ad avere un sistema vecchio e quasi inutilizzabile.

HTC Tattoo
HTC Tattoo

Emblematico è il caso dell’HTC Tattoo, un telefono cellulare equipaggiato con Google Android, che nel periodo in cui è stato messo sul mercato faceva parte della fascia entry level dei prodotti in vendita con tale sistema operativo. Sicuramente non economicissimo, costava circa € 250,00 nei negozi, il telefonino è dotato di uno schermo con risoluzione di 240 x 320 pixel con un sistema di input sul display d tipo touchscreen resistivo, prima nota negativa essendo stato scelto al posto di quello capacitivo perchè non si prevedeva l’uso del multi-touch, cosa permessa dal touchscreen capacitivo e poichè rispetto a quest’ultimo abbassava il costo di produzione. Il processore utilizzato è un Qualcomm MSM7225 da 528 MHz, CPU di tutto rispetto per una periferica di fascia bassa, mentre la dotazione della memoria è 256MB di RAM e 512MB di ROM, al top nella sua fascia. Naturalmente dotato di connettività Wi-Fi (802.11b/g), di A-GPS e di una buona fotocamera digitale da 3.2 Megapixel, il telefonino usciva a fine 2009, quando sul mercato era già presente Android 2.0, con installato Android 1.6, naturalmente personalizzato con HTC Sense.

Proprio sulla versione del sistema operativo Google Android nascono i maggiori problemi, il cambio delle API ha fatto si che i nuovi sviluppatori, ma anche molti dei vecchi, sviluppassero con l’SDK della nuova versione e senza considerare le grandi novità introdotto da Google Android 2.2, già dalla versione 2.0 in molti casi vi è un netto stacco e così gli acquirenti di uno smartphone non più aggiornato si trovano dopo poco tempo ad avere un normale cellulare vecchio e quasi inutilizzabile se non per telefonare, o al massimo con applicazioni vecchie e non più supportate.

Nasce così l’esigenza di avere prodotti aggiornati, esigenza che fin quando un telefonino costasse poco (magari come il Vodafone IDEOS) e fosse di una casa produttrice poco nota potrebbe anche passare inosservata, ma nel caso di HTC che vanta i propri prodotti ed i propri servizi come l’eccellenza assoluta offerta ad un costo non proprio economico, allora la pretesa di avere un prodotto supportato e aggironato per più di sei mesi arriva.

Invece l’HTC Tattoo non sarà aggiornato a Android 2.0, nè ad alcuna versione successiva, così gli utenti dovranno accontentarsi di tenersi ciò che hanno. Allora il mio pensiero è Android si, ottimo sistema da comprare, ma HTC mai più.

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