AreaNetworking ha intervistato Nicola D’Amato.
ANW: In che città vivi e lavori attualmente?
NDA: Risiedo a Utrecht da quando sono arrivato in Olanda. Attualmente lavoro ad Amsterdam ma ho sempre lavorato in altre città.
Utrecht, Amsterdam L’Aia (Den Haag) e Rotterdam racchiudono l’area economicamente più importante e maggiormente popolata di tutto il paese. Gli Olandesi la chiamano Randstad.
Da Utrecht è possibile raggiungere ognuna di queste città in auto in circa 30 minuti, traffico permettendo ovviamente, ma in ogni caso i mezzi pubblici sono efficienti e puntuali.
ANW: In quale azienda lavori e con che ruolo? Di cosa ti occupi?
NDA: Lavoro adesso come Account Executive Italy per Network Hardware Resale, il piu grande fornitore indipendente al mondo di hardware per il network, principalmente Cisco ricondizionati e new in box ma anche altri brand tipo Juniper, Extreme, Foundry e altri.
Network Hardware Resale (NHR) è una società creata in California nel 1996 da un solo uomo, Chuck Sheldon. Il successo di NHR è la realizzazione del sogno americano. Oggi NHR ha sedi anche in Dallas, New York, Londra, Amsterdam e Singapore e fattura US$ 200 milioni l’anno.
Io chiaramente mi occupo di sviluppare il mercato italiano. Il mio è un lavoro di brokeraggio, quindi mi occupo non solo di ricercare nuovi clienti ma anche di acquisti. In sintesi io sono colui che una volta capite le necessità e il target price del cliente ricerca e acquista i prodotti sul mercato, facendo risparmiare ai clienti cifre significative.
ANW: Da quanto sei all’estero?
NDA: Sono arrivato in Olanda 4 anni fa.
ANW: Avevi già avuto esperienze di vita all’estero?
NDA: No, ma è stato sempre un mio sogno poter vivere all’estero.
ANW: Cosa ti ha spinto a migrare?
NDA: Nonostante sia nato a Palermo non sono diventato un emigrante per bisogno.
La mia famiglia possiede e dirige diverse attività dalla vendita al dettaglio di macchine agricole, a società immobiliari e persino un Hotel e il mio futuro era per cosi dire segnato.
Io sono però un sognatore e sono molto passionale: per questo forse un po’ ribelle. Inoltre mi piacciono le sfide e lasciare una vita facile ma già segnata per cercare di costruirne una nuova è stata una delle motivazioni principali che mi ha spinto ad emigrare.
Grazie ad una serie di coincidenze e soprattutto ad una bellissima ragazza olandese, mi sono ritrovato a vivere all’estero e a realizzare il mio sogno.
ANW: Hai subito uno sconvolgimento delle tue abitudini?
NDA: Non parlerei di sconvolgimento e onestamente non sono legato alle mie vecchie abitudini, mi adatto facilmente e mi piace cambiare. Non ho neanche nostalgia della pasta e del caffè!
ANW: Dal punto di vista culturale e sociale, quali cambiamenti hai constatato?
NDA: Certamente esistono delle differenze, la prima che ho notato riguarda la famiglia.
In Olanda, ma credo come nel resto del nord Europa, il legame con i parenti è molto meno stretto.
Gli olandesi inoltre hanno meno pregiudizi e hanno una mentalità più aperta , ognuno ha il diritto di divertirsi e vivere come meglio crede, sempre rispettando però le altre persone.
Il modo con cui gestiscono prostituzione, droghe ed eutanasia rende, secondo me, l’idea del loro modo di vivere e approcciare i problemi, non si nascondono dietro moralismi, nè fanno finta che il problema non esista come succede in Italia.
ANW: Quanto difficoltoso è stato il tuo ambientamento?
NDA: In pratica mi sento a casa mia. Già durante il mio primo soggiorno in Olanda, molto prima di trasferirmi, ho avuto la sensazione di poter vivere in questo paese, mi sono sentito immediatamente a mio agio. Non posso dire la stessa cosa per Milano che mi sembra grigia e triste. Non ho sentito neanche l’esigenza di ambientarmi e se non fossi felice me ne sarei già andato. Non sopporto, infatti, le persone, italiani e non, che si lamentano ma che rimangono e ce ne sono tante purtroppo.
ANW: Quale considerazione c’è degli italiani e in generale dell’Italia nel paese in cui ti trovi?
NDA: Come nel resto del mondo, l’Italia è considerata un’ottima meta per le vacanze grazie al patrimonio artistico, alla bellezza paesaggistica, alla cucina e al clima, ma anche un paese caotico, non ricco e poco organizzato.
Per loro è impensabile avere un problema come quello dell’immondizia a Napoli.
Tuttavia gli olandesi non hanno troppi pregiudizi e personalmente non ho mai avuto nessun problema per il fatto di essere italiano.
ANW: Visto il periodo: quanto si è sentita la crisi economica nel tuo paese? Quali cambiamenti ha apportato?
NDA: Si è sentita come in tutti gli altri paesi. La differenza è che qui in Olanda il governo supporta le persone che perdono il lavoro dando degli aiuti economici che permettono di sopravvivere senza troppi problemi.
ANW: Dal punto di vista professionale, quali differenze hai potuto notare rispetto all’Italia?
NDA: Da quello che sento dai miei amici italiani la differenza consiste soprattutto nel fatto che in Olanda le leggi che regolano i contratti di lavoro vengono davvero rispettati. In Italia ho sentito di condizioni di lavoro che rasentano lo sfruttamento.
ANW: Come descriveresti il processo di selezione ed assunzione nel paese in cui ti trovi?
NDA: La ditta per cui lavoro adesso è americana e il processo di selezione si basava sia sull’esperienza maturata e sugli studi ma soprattutto sul profilo psicologico. Ma non penso che ci siano differenze significative nel modo in cui vengono condotte le interviste tra l’Italia e l’estero.
ANW: Sei laureato o possiedi particolari titoli di studio istituzionali?
NDA: Ho conseguito la Laurea in Marketing e Comunicazione d’azienda presso l’Università di Urbino. Oggi mi interesso di ”self development” e credo che autori tipo Napoleon Hill, David Allen e Stephen Covey dovrebbero essere inseriti nei programmi della scuola dell’obbligo. Ho inoltre seguito dei corsi di negoziazione e sono certificato CSE, Cisco Sales Expert.
ANW: In Italia si parla spesso di cervelli in fuga. E’ presente anche all’estero questo fenomeno? In quali proporzioni?
NDA: Sono i cervelli stranieri che vengono qui e questo anche perchè lo stato olandese incentiva, con un regime fiscale favorevole, i professionisti stranieri che hanno capacità e conoscenze che sono ritenute rare in Olanda.
ANW: A livello quantitativo, com’è la richiesta di lavoro rispetto all’Italia? Cosa si ricerca maggiormente?
NDA: Ci sono tante offerte di lavoro anche per chi non parla l’olandese, mentre l’inglese è essenziale.
Chiaramente la qualità dell’offerta è indirettamente proporzionale alla quantità. Si ricercano italiani soprattutto per lavori di call center, ma credo che in generale ci siano ottime occasioni per tutti.
ANW: Da quanto hai potuto vedere, qual è la forma di rapporto lavorativo più diffuso? (Dipendente, freelance, contratti a tempo determinato, etc).
NDA: La prassi prevede 3 contratti annuali e quindi quello a tempo indeterminato.
La legge olandese protegge tanto, forse troppo, i lavori a tempo indeterminato, quindi per questa mancanza di flessibilitaà le aziende sono molte caute.
ANW: Come rapporti la retribuzione rispetto a quella italiana? Quali differenze ci sono? E’ effettivamente più alta?
NDA: No, credo che in base all’esperienza e alle responsabilita lo stipendio netto sia pressapoco uguale. Lo stipendio lordo in Olanda è forse più alto, ma anche la percentuale di trattenute sullo stipendio quindi alla fine tutto si compensa.
ANW: Qual è il tenore di vita? Cambia effettivamente il costo della vita e di quanto?
NDA: Strano ma vero credo che l’Olanda sia più conveniente dell’Italia, soprattutto se considero Amsterdam con Milano o Roma.
Non ho mai prestato troppa attenzione al costo della vita, ma alla qualità. Senz’altro qui la qualità della vita é più alta.
Certamente il concetto di qualità andrebbe anche definito e dipende da fattori molto personali, ma come ho detto in precedenza sono qui perchè volevo migliorare la mia vita e dopo 4 anni posso dire di avere raggiunto l’obiettivo.
ANW: Come funziona la tassazione? Com’è la pressione fiscale?
NDA: La pressione fiscale è più alta ma ci sono anche tante agevolazioni, credo che sia un sistema molto più equo considerando il modo in cui lo stato decide di investire il gettito fiscale
In Italia lo stato è sinonimo di inefficienza, qui gli stessi olandesi sono orgogliosi dei loro ospedali e delle loro infrastrutture.
ANW: Cosa non ti manca dell’Italia?
NDA: Non mi manca la classe politica e la mentalità sbagliata, ma diffusa, che porta gli italiani a convivere con delle situazioni inaccettabili.
Uno dei pregi di stare all’estero consiste nel diventare meno sensibili ai problemi italiani, ma all’inizio mi chiedevo sempre perchè gli olandesi fossero capaci di organizzarsi mentre gli italiani non fanno altro che lamentarsi senza agire realmente per risolvere i problemi. Si potrebbe aprire un dibattito interminabile riguardo a questo tema, ma rimane il fatto che l’Italia ha molta strada da fare e il cambiamento dovrebbe avvenire innanzitutto nella coscienza delle persone.
ANW: Cosa, invece, ti manca dell’Italia?
NDA: Anche se difendo l’Italia, e gli italiani, ogni volta che qualcuno muove una critica, in realtà l’’Italia non mi manca. Forse potrei pensare al clima, alla cucina, all’arte ma onestamente nè il sole, nè la pasta o il Colosseo hanno effettivamente una importanza tale nella mia vita da farmi mancare l’Italia.
ANW: E’ una scelta permanente o ritieni che un giorno tornerai nel bel paese?
NDA: Non amo le scelti permanenti, sto anche cambiando i miei 2 tatuaggi! Non precludo nessuna possibilità ma al momento in Olanda ho tutto quello che mi serve per essere felice: affetti, amici, lavoro, e diverse occasioni per divertirmi e per coltivare i miei hobbies.
ANW: Cosa ti senti di dire a chi vorrebbe compiere la tua stessa scelta? Quali caratteristiche sono necessarie al fine di affrontare al meglio questo cambiamento?
NDA: Ho conosciuto diversi italiani che dopo qualche anno sono ritornati perchè non riuscivano ad ambientarsi e a socializzare.
Personalmente ritengo che sia una questione di approccio personale alla vita e ai cambiamenti. La tipica storia del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto e ritengo che la felicità non dipenda appunto dalla quantità d’acqua nel bicchiere ma dal nostro modo di vederlo.
Io personalmente non vedo differenze tra olandesi e italiani, e non mi piacciono neanche questo tipo di generalizzazioni, nè credo ai luoghi comuni. Io tendo a giudicare l’individuo senza pregiudizi e a prescindere da colore della pelle, aspetto o nazionalità. Personalmente ho avuto belle e brutte esperienze sia con italiani che con stranieri.
Diceva Oscar Wilde che vivere è la cosa più rara al mondo perchè molti si limitano ad esistere. Se davvero comprendi questa frase, se hai una idea chiara di quello che vuoi, se sei motivato ad affrontare dei rischi e attraversare dei momenti difficili senza mollare, dovresti tentare e questo vale in generale sia per emigrare che per ogni cosa nella vita. Direi che se già stai pensando di farlo, hai già le caratteristiche necessarie per affrontare il cambiamento.