In questi giorni si sta parlando non poco del Partito Pirata italiano. Noi abbiamo deciso di dare spazio all’associazione, intervistando Athos Gualazzi, il presidente del Partito. Le domande presenti in seguito sono semplici e ci aiutano a capire cosa rappresenta e persegue questa associazione. In successive occasioni ed interviste ci ripromettiamo di affrontare molto più nel dettaglio il Partito Pirata stesso ed alcuni temi in particolare.
ANW: Salve sig. Gualazzi e grazie per la partecipazione. In poche righe, spiega ai nostri lettori chi siete?
AG: Nel 2006 un gruppo di amici di diversa estrazione culturale, informatici, umanisti e tecnici, allarmati dalle nuove tecnologie che avrebbero di fatto espropriato l’acquirente del completo controllo del personal computer acquistato, hanno deciso di costituirsi in “associazione libera fra cittadini denominata Partito Pirata”, anche alla luce dei risultati ottenuti in quei giorni dal Pirat Partiet in Svezia.
ANW: Quali sono i maggiori obiettivi della vostra associazione?
AG: Inizialmente si trattava di contrastare il chip fritz o il trusted computing e di chiedere la riduzione del periodo di protezione della legge Urbani sul copyright, la modifica delle normative sui brevetti, specialmente farmaceutici, tutela della privacy, accesso libero alla cultura/informazione e sviluppo della Rete.
Nel tempo si sono ulteriormente qualificati e arricchiti di sfumature e puntualizzazioni derivanti dall’esperienza maturata nei confronti in Rete e per gli avvenimenti che si sono succeduti dalla data del minifesto/programma che risale al settembre del 2006, un’era per la Rete. Non siamo più monotematici ma più aperti ad altri temi sociali quali democrazia, ambiente, reddito e tutto quello che riguarda la convivenza sociale.
ANW: Come è evoluta l’attività del Partito Pirata italiano con il passare del tempo?
AG: Ci siamo resi conto che era importante divulgare tutte le informazioni che raccoglievamo sia in Rete che sui media tradizionali sui nostri temi e opporci, per quanto in nostro potere e cioè sottoporlo
all’attenzione dei cittadini, al trattato Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA) che tenta di limitare le libertà in internet e trasformarla in un mercato planetario o in un ulteriore canale televisivo.
ANW: Quali sono ad oggi i risultati che ritenete aver raggiunto?
AG: Difficile dire quanto abbiamo solleticato l’opinione pubblica sui nostri temi, abbiamo partecipato alla “Commissione Gambino per la revisione del diritto d’autore” con scarsi risultati in quanto la stessa è stata addormentata dal Governo Berlusconi.
ANW: Cosa pensate si debba fare per diminuire il Digital Divide in Italia ed aumentare la copertura della banda larga?
AG: Non certamente stornare le risorse dedicate allo sviluppo della Banda larga. Deregolamentare e liberalizzare completamente la possibilità per i cittadini di connettersi liberamente utilizzando sia le attuali tecnologie consolidate come WiFi, fibra ottica, cavo in rame che quelle prevedibili nell’immediato futuro, quali white spaces, liberate dal passaggio della TV analogica al digitale terrestre e ponti ottici nel vicino infrarosso e ultravioletto.
Iniziative in corso come Ninux.org dimostrano come la società dei cittadini é desiderosa di autorganizzarsi per costruire le proprie soluzioni di connettività in
modo completamente legale. Non ultimo divulgare cultura della Rete quale mezzo di comunicazione, condivisione e partecipazione alla vita sociale e politica.
ANW: Il 12 Novembre, all’Internet Governance Forum, avete annunciato di scendere in campo alle prossime elezioni. Quali sono i risultati che sperate di raggiungere con questa importante mossa?
AG: Richiamare l’attenzione sui nostri temi, sottolineare che la Rete può portare sviluppo sociale, impulso alla ripresa nonchè costituire essa stessa parte della ripresa, non sarà la principale leva ma è comunque un impulso consistente per uscire da questa situazione economico/finanziaria, quanto questo riusciremo a condividere con i nostri concittadini tanto migliore sarà il risultato elettorale.
ANW: E’ nota la vicenda PirateParty.it. Cosa vi sentite di dire a riguardo al nostro pubblico?
AG: Semplicemente che è ormai usuale, raggiunto un minimo di visibilità vedere sorgere cloni o imitatori, per il momento non sono nemmeno i comici ad effettuare tali operazioni ma semplici burloni se non speculatori.
ANW: Come vi posizionate fra i partiti dell’Arco Costituzionale?
AG: Crediamo sia il momento di baipassare gli attuali schieramenti partitici e rivolgerci ai possibili elettori perché diano l’avvio ad un nuovo livello di democrazia ripristinando l’equilibrio fra i vari poteri costituiti, in poche parole trasparenza e partecipazione attiva da parte dei cittadini alle decisioni che li riguardano, stiamo studiando di mettere a disposizione di tutti una piattaforma partecipativa sulla quale proporre e votare riforme, leggi e tutto ciò che riguarda la vita sociale. La partecipazione dei cittadini alla
stesura dei programmi di partito è la grande lezione impartita dal Partito Pirata a Berlino e questo modus operandi può essere esteso per spingere i cittadini ad attivarsi per partecipare alla costruzione di un programma politico per l’intero paese.
La piattaforma, per un breve cenno accademico, si basa sul metodo decisionale Schultz piuttosto che il metodo Simpson-Kramer (alla base degli attuali sistemi di voto). Un voto più modulato rispetto alle due attuali alternative.
ANW: Parliamo del gruppo di cyberattivisti Anonymous. Come vi rapportate a loro? Condividete tutti i loro pensieri e come considerate i loro modi di agire?
AG: ANONYMOUS? I loro pensieri posso coesistere con in nostri. Le loro azioni fanno rumore nel tentativo di risvegliare gli “altri” (definizione lostiana!!!). Io personalmente credo che Anonymous significhi IDEA!
Comunque ci rapportiamo a loro nella misura esclusiva con la quale loro si rapportano con le nostre idee e la nostra etica. Ci rapportiamo con tutto il mondo nella stessa misura, neutrali, portando avanti le nostre idee ed essendo pronti a rivederle totalmente se viene dimostrato che collidono con i fondamenti della libertà che
cerchiamo di difendere.
Grazie ad Athos Gualazzi ed a presto per un secondo appuntamento.