domenica, Dicembre 22, 2024

Capitolo 6 del Case Study CCNA1: Fase Finale

Alessandro Pensato
Alessandro Pensatohttp://www.alessandro-pensato.it
Ciao a tutti, sono Alessandro, sono nato a Palermo il 24/01/1983 e vivo a qualche chilometro dalla città. Da anni coltivo la passione per i computer e tutto quello che ci sta attorno, con un occhio di riguardo per il mondo delle reti. Nel 2000 mi avvicino al mondo di Linux e ne resto impressionato da ciò che consente di fare, nonchè alla filosofia dell’opensource. Nel Aprile 2005 ho conseguito la certificazione Cisco CCNA. Da Novembre 2006 sono membro del CUG. Ho completato il corso HP IT Essential I e II e Cisco Network Security. Ho svolto uno stage presso Jump2Future dove mi sono occupato di redigere una ralazione per la realizzazione di un cluster basato su RedHat GFS (Global File System). Lavoro per l’IBIM-CNR di Palermo dal 2002 come tecnico informatico e gestione rete. Sto cominciando ad acquisire conoscenze nel campo del VoIP con software quali Trixbox e Elastix, realizzazione e uso di macchine virtuali basate su VMWare.

Autori: Giuseppe Li Calsi, Bartolo Scola, Alessandro Pensato, Floriana Vaglica, Davide Puleo, Roberto Indemburgo.

Introduzione

La realizzazione del cablaggio strutturato si conclude con il suo collaudo e con il rilascio della certificazione che ne attesta il corretto funzionamento e il rispetto di tutte le norme relativa alla sua installazione.

Fase di testing

La fase di testing è molto importante, in quanto permette di individuare eventuali malfunzionamenti nel cablaggio. Alcuni dei test da effettuare per verificare il corretto funzionamento del cablaggio possono essere trovati all’interno del documento TIA/EIA-568-B.1.

Ecco alcuni dei più comuni problemi che si possono incontrare in questa fase:

  • Opens: tale problema si verifica quando il cavo non è stato terminato adeguatamente e uno o più fili non fanno contatto all’interno del connettore (Figura 25).

  • Reversal: si verifica quando le posizioni dei fili in una coppia vengono invertite nel connettore. In questo caso il cavo deve essere terminato un’altra volta (Figura 26).

  • Shorts: si verifica quando qualche filo tocca un altro filo causando un corto circuito nel cavo. Questo tipo di problema può essere individuato con l’aiuto di un ohmetro, infatti basta misurare la resistenza fra ogni filo. Tale resistenza deve essere infinita per ogni possibile coppia di fili. Se per una o più coppie di fili si ha una resistenza diversa da infinito, allora si ha la presenza di un corto circuito. L’unico modo per risolvere questo problema è quello di terminare un’altra volta il cavo (Figura 27)

  • Split pair: si verifica quando si inverte una coppia di fili fra due coppie nel terminale. Per individuare questa situazione, bisogna cortocircuitare ogni coppia di fili ad un’estremità del cavo, utilizzare quindi un ohmetro e verificare se c’è resistenza fra ogni coppia di fili; nel caso in cui fra una coppia non c’è resistenza allora si è verificato uno split pair. Prima di effettuare questa prova bisogna essere sicuri che non ci sia un corto nel cavo (Figura 28).

  • Wire-mapping error: si verifica quando lo schema per la terminazione del cavo non viene rispettato e quindi il cavo non viene terminato correttamente.

Uno strumento che può venire in aiuto nell’individuazione dei problemi sopra presentati, è il time domain reflectometer (TDR). Tale strumento testa i cavi inviando una serie d’impulsi e misurando le risposte del cavo; una volta individuato il problema, lo strumento è in grado di dire a quale distanza dall’estremità del filo si è verificato. Il suo funzionamento consiste nell’individuazione dell’eco causato dalla riflessione del segnale dovuta ai difetti del cavo o al raggiungimento della sua estremità. Invece per quanto riguarda il calcolo della distanza, non fa altro che misurare il tempo di propagazione del segnale.

Rilascio della certificazione e della documentazione relativa al cablaggio strutturato

La certificazione non coincide con il testing in quanto quest’ultimo viene fatto soltanto per verificare il corretto funzionamento del cablaggio; invece la certificazione ne misura e ne certifica le effettive prestazioni. Un cablaggio strutturato che viene realizzato secondo degli standard deve necessariamente essere certificato affinché il cliente possa venire a conoscenza di tutti gli standard seguiti e delle sue effettive prestazioni. Inoltre di solito il rilascio della certificazione è sancito dal contratto stipulato col cliente. Oltre alla certificazione deve essere rilasciata una documentazione con la quale si possa mostrare al cliente che le caratteristiche del cablaggio sono o superano quelle sancite dal contratto. Per certificare un cablaggio dobbiamo necessariamente utilizzare un tester, certificato col quale si possono effettuare tutti i test richiesti dal regolamento ANSI/TIA/EIA-568-B. Esistono diversi tipi di tester che si differenziano per la complessità e per il modo in cui restituiscono i risultati. Alcuni sono in grado di eseguire in modo completamente automatico tutti i test richiesti per la certificazione e poi di rilasciare un report sia grafico che testuale. Tale report dovrà accompagnare la documentazione che verrà rilasciata. Affinchè il cablaggio possa essere certificato, tutti i test devono ottenere risultati superiori alle prestazione minime dichiarate per i materiali utilizzati. La differenza fra i risultati ottenuti e i risultati minimi si chiama headroom e tale parametro è una misura di affidabilità della rete. Più alto è il valore dell’headroom maggiore è la probabilità che il cablaggio mantenga le prestazioni sufficienti a cambiamenti futuri.
Ecco alcuni dei test comunemente eseguiti per rilasciare la certificazione:

  • Specified Frequency Range: Ogni cavo viene testato per il range di frequenze per il quale dovrà essere utilizzato. Buoni risultati indicano il supporto a range di frequenza superiori;
  • Attenuation: tale test misura la quantità di segnale che viene assorbità dal cavo, ovviamente bassi risultati sono indice di buona qualità del cavo;
  • Near End Crosstalk (NEXT): è un tipo di interferenza che si presenta in prossimità dei connettori ed è causato dai segnali che attraversano una coppia di fili. Il crosstalk (diafonia) riduce la capacità di trasferimento del segnale all’interno del cavo. La quantità di NEXT che il cavo può sopportare senza perdita di prestazioni è specificata per ogni grado di cavo.
  • Power Sum NEXT: quando vengono utilizzate tutte le coppie del cavo, il NEXT coinvolge diverse coppie di fili e quindi ne deve essere calcolata la somma.
  • Attenuation-to-Crosstalk Ratio (ACR): misura la differenza fra il segnale di ingresso e il segnale in uscita, in presenza di NEXT o disturbi elettrici. Ci si riferisce a tale test anche come Signal-to-Noise Ratio (SNR).
  • Power Sum ACR: quando vengono utillazate più coppie di fili allora è utile calcolare l’ammontare totale di ACR.
  • Equal-Level Far End Crosstalk (ELFEXT): è l’ammontare di Crosstalk che si presenta lontano dai connettori. Se tale disturbo è elevato e se si è anche in presenza di NEXT allora i segnali si propageranno, nel cavo, con molta difficoltà.
  • Power Sum ELFEXT: Non è altro che la somma dell’ELFEXT su tutte le coppie di fili del cavo.
  • Return Loss: se nel cavo ci sono imperfezioni, o se è stato terminato malamente ci saranno dei segnali che saranno riflessi indietro e causeranno delle interferenze. Ci si riferisce a tali disturbi come Return Loss.
  • Propagation Delay: Tale test misura il ritardo di propagazione del segnale all’interno del cavo, il ritardo minimo è fissato dal grado del cavo utilizzato. Di solito il ritardo è espresso in nanosecondi.
  • Delay Skew: tale problema si verifica quando coppie distinte di fili dello stesso cavo, hanno ritardi di propagazione del segnale diversi. Quindi nel caso in cui i segnali, che attraversano due coppie di fili, non risultano sincronizzati. Tale disturbo può causare problemi nelle reti che utilizzano range di frequenza molto elevati.

I test possono essere effettuati principalmente in due modi a seconda se si effettua un “channel test” o un “link test”. Il channel test testa tutto il cablaggio da lato a lato, includendo anche la patch-cord che va al patch-panel e quella che va alla work-area. Invece il Link-Test testa soltanto il cablaggio che va dal patch-panel alla Telecomunication room. Ci sono due tipi di Link-Test:

1. Il Link-Test Base: con questo test la misurazione coinvolge tutto il cavo che va dal tester, all’altra estremità del cavo, fino all’unità remota del tester. In parole povere, tale test coinvolge anche il cavo utilizzato per connettere il tester al cablaggio;
2. Il Link-Test Permanente: nella misurazione esclude i cavi che collegano il tester al cablaggio ma include i connettori del cablaggio.

Fra le modalità di test sopra descritte solo una è effettivamente utilizzata ed è il Link-Test permanente.La documentazione della certificazione che verrà rilasciata al cliente deve essere ordinata e precisa, spesso i tester più evoluti sono accompagnati da software che aiutano nella redazione di tale documentazione. E’ preferibile che la documentazione venga presentata al cliente in duplice formato, cartaceo ed elettronico. La documentazione diventa importante quando si devono fare delle modifiche al cablaggio, ma in particolar modo se, in momenti successivi alla consegna del lavoro, si affrontano delle questioni in relazione all’accuratezza e alla qualità del lavoro effettuato. Infatti la documentazione sottoscritta dal cliente dei risultati ottenuti nei test effettuati sul quel cablaggio saranno una prova della qualità del lavoro effettuato.

Cutting Over

Col termine cutting over si indica il trasferimento di servizi esistenti su una nuova rete cablata. Ma si usa anche per l’installazione di nuovi servizi e quindi nuovi equipaggiamenti su una nuovo cablaggio di rete. Quando si fa ciò è importante che si abbiano informazioni chiare e precise sulla struttura della rete e che si facciano ulteriori test per verificare il corretto funzionamento della rete. Quando si trasferiscono dei servizi su una nuova rete, è buona norma rimuovere il vecchio cablaggio e depositarlo nei centri di raccolta adeguati. Quando si fa ciò si deve essere sicuri che in vecchio cablaggio non risulti ancora collegato a qualche apparecchiatura.

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