lunedì, Dicembre 30, 2024

Italiani all’estero nel settore ICT: dall’Austria Daniele Matta

Federico Lagni
Federico Lagnihttps://www.areanetworking.it
Appassionato di innovazione in tutte le sue forme, è fondatore e CEO di AreaNetworking.it, uno dei maggiori punti di riferimento online del settore ICT. E' anche fondatore ed Event Director di alcune importanti conferenze, come Crypto Coinference, la più importante conferenza dedicata alle criptovalute e la blockchain, e il GDPR Day, una conferenza molto verticale dedicata appunto al GDPR ed alla Data Protection. Inoltre, è fondatore e Presidente di Tesla Club Italy, il primo club Tesla italiano e tra i primissimi al mondo. Al tempo stesso, è anche fondatore e CEO di Enerev, la prima azienda italiana specializzata nel noleggio a breve termine di auto Tesla, nonché società di formazione e di riferimento per diverse soluzioni dedicate alla mobilità elettrica. Partecipa ad eventi e conferenze come speaker e formatore.

Dalla Svizzera con Alfredo Bacin, alla confinante Austria con Daniele Matta. Continua il nostro “tour virtuale” con il quale vogliamo scoprire le caratteristiche professionali, occupazionali e sociali dei paesi fuori dall’Italia grazie alla disponibilità di professionisti ICT italiani.

ANW: In che città vivi e lavori attualmente?
DM: Vienna, Austria.

ANW: In quale azienda lavori e con che ruolo? Di cosa ti occupi?
DM: Global Blue, Network Engineer. Mi occupo di tutta l’infrastruttura di rete più alcune parti della infrastruttura virtuale e dei sistemi.

ANW: Da quanto sei all’estero?
DM: 3 anni e mezzo.

ANW: Avevi già avuto esperienze di vita all’estero?
DM: Sì, anch’io in Repubblica Ceca e anch’io ho lavorato per AT&T come il vostro precedente intervistato Marco Campagna.

ANW: Cosa ti ha spinto a migrare?
DM: Mancanza di prospettive professionali, voglia di una nuova esperienza.

ANW: Hai subito uno sconvolgimento delle tue abitudini?
DM: Direi di no, anche perchè non ho molte abitudini. Giusto magari il mangiare ed il muoversi sono abbastanza diversi. Per il resto faccio più o meno la stessa vita che facevo in Italia.

ANW: Dal punto di vista culturale e sociale, quali cambiamenti hai constatato?
DM: Venendo dalla Sardegna, un’infinità ed elencarli tutti non è possibile. Il rapportarsi con le persone generalmente è molto molto diverso. Dove sto ora, sotto questo punto, vedo che tutto è molto più veloce e superficiale.

ANW: Quanto difficoltoso è stato il tuo ambientamento?
DM: Se parto dalla Repubblica Ceca, direi che è stato tosto. Quando poi mi son spostato a Vienna, molto meno. La comunità italiana è molto folta. La città è molto internazionale. Magari come scrivevo in precedenza i rapporti personali, son quelli da grande città. Spesso molto mordi e fuggi.

ANW: Quale considerazione c’è degli italiani e in generale dell’Italia nel paese in cui ti trovi?
DM: A Vienna direi generalmente una visione abbastanza stereotipata. Ci vedono come un popolo che ama mangiare, bere e corteggiare le ragazze.

ANW: Visto il periodo: quanto si è sentita la crisi economica nel tuo paese? Quali cambiamenti ha apportato?
DM: Sembra meno forte rispetto all’Italia. Però Vienna essendo città capitale secondo me fa meno testo.

ANW: Dal punto di vista professionale, quali differenze hai potuto notare rispetto all’Italia?
DM: Un abisso. Molta più meritocrazia e professionalità. Il dipendente viene comunque visto come una risorsa o un valore aziendale, non come un limone da spremere e buttare quando ormai non ne può più.

ANW: Come descriveresti il processo di selezione ed assunzione nel paese in cui ti trovi?
DM: Anche per questo punto direi piuttosto meritocratico. Se la persona assunta, magari poi si dimostra uno scansafatiche o uno non qualificato per quella posizione viene tranquillamente messo alla porta. Al momento, magari son stato fortunato, non ho visto situazioni troppo squilibrate nella selezione del personale.

ANW: Sei laureato?
DM: No.

ANW: In Italia si parla spesso di cervelli in fuga. E’ presente anche all’estero questo fenomeno? In quali proporzioni?
DM: Posso dire che sia in Repubblica Ceca che qui è molto raro trovare un tedesco o uno scandinavo… Gli immigrati che ho incontrato o vengono da nazioni dell’est, in cerca di un salario normale o dai paesi euro in crisi vedi Italia, Spagna, etc. Quindi direi che generalmente i paesi ricchi riescono a tenersi i cervelli in casa.

ANW: A livello quantitativo, com’è la richiesta di lavoro rispetto all’Italia? Cosa si ricerca maggiormente?
DM: Qui a Vienna cercano moltissimo i stagionali per via della città estremamente turistica. Anche nell’IT e nel campo universitario c’è buona richiesta.

ANW: Da quanto hai potuto vedere, qual è la forma di rapporto lavorativo più diffuso?
(Dipendente, freelance, contratti a tempo determinato, etc).

DM: Contratto 2 anni o Tempo Indeterminato.

ANW: Come rapporti la retribuzione rispetto a quella italiana? Quali differenze ci sono? E’ effettivamente più alta?
DM: Molto migliore. Anche qui direi che non è paragonabile agli stipendi italiani.

ANW: Qual è il tenore di vita? Cambia effettivamente il costo della vita e di quanto?
DM: Vienna se paragonata ad altre capitali come Roma, Londra o Parigi è decisamente molto più economica. Da quello che vedo in giro direi che il tenore di vita medio è molto più alto. Le coppie giovani fanno figli subito e questo secondo me è sinonimo che comunque lo stato è stabile e avere un lavoro che ti permette di fare una vita dignitosa non è per nulla difficile.

ANW: Come funziona la tassazione? Com’è la pressione fiscale?
DM: Detrazione diretta in busta, intorno al 37%.

ANW: Cosa non ti manca dell’Italia?
DM: Nepotismi, trucchetti e furbizie varie.

ANW: Cosa, invece, ti manca dell’Italia?
DM: Ma proprio non saprei… forse i legami stretti ed il fatto di poterti capire con una persona con una semplice espressione o un modo di dire.

ANW: E’ una scelta permanente o ritieni che un giorno tornerai nel bel paese?
DM: Troppo presto per dirlo. Al momento vedo difficile il rientro, ma mai dire mai.

ANW: Cosa ti senti di dire a chi vorrebbe compiere la tua stessa scelta? Quali caratteristiche sono necessarie al fine di affrontare al meglio questo cambiamento?
DM: Naturalmente è un esperienza che consiglio, soprattutto a quelle persone che hanno delle difficoltà nel mondo del lavoro. Ne vale la pena solo per andare ad un colloquio e sentire che la paga è proporzionata alle proprie competenze e che il contratto è un contratto vero con tutti i crismi e non quelle cose abominevoli che ti propongono in Italia…
Scherzo… Questo era un piccolo sfogo personale…

Stando fuori secondo me si cresce molto più velocemente e un’esperienza come questa ti migliora notevolmente sia dal punto di vista professionale che da quello umano, quindi anche per chi poi vuol rimanere in Italia, vivamente consiglio un esperienza di questo tipo.
Secondo me non ci vuole tantissimo, sicuramente è necessario spirito di sacrificio soprattutto agli inizi e spirito di adattamento… poi il resto vien da se.

ANW: Grazie Daniele.
DM: Di nulla, grazie a voi!

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